ANA: gli anticorpi antinucleo

Il reperto dei test di anticorpi antinucleo (ANA), richiesto sulla base di un sospetto clinico di Lupus, più raramente reperto occasionale di una richiesta più specifica, determina motivata apprensione psichica.

Infatti il reperto di una sua positività dovrebbe identificare una patologia autoimmune (Lupus eritematoso sistemico, connettivite mista, sclerodermia etc). Però è importante ricordare che questo esame soffre di una forte sensibilità (vale a dire che fornisce positività in diverse condizioni) e di una modesta specificità (cioè a dire non è specifico di una e una sola condizione). E’ pertanto fondamentale che l’esame sia corredate di due caratteristiche o parametri irrinunciabili e che scaturiscono dalla serietà con cui è stato eseguito da laboratorio e cioè il pattern(che fa riferimento all’aspetto morfologico del test eseguito sul vetrino: ad esempio omogeneo, punteggiato etc) e al titolo cioè alla intensità della positività dell’esame: più elevato è il titolo, maggior significato riveste l’esame che testimonia la formazione da parte dell’organismo di una estesa famiglia di anticorpi rivolti verso costituenti del DNA nucleare (istoni etc).

Il lupus si accompagna ad un valore elevato del titolo ed ad un pattern omogeneo: questa caratteristica resta anche nelle fasi di remissione della malattia (sia pure con valori del titolo decisamente più bassi).

Positività degli ANA si può ritrovare anche in situazioni che nulla hanno a che fare con le malattie autoimmuni o del connettivo. Ogni infezione virale o batterica (ad es. da citomegalovirus o da virus dell’epatite) una infiammazione della tiroide su base autoimmune (tiroidite) possono generare la comparsa di questi famiglia di anticorpi che possono esser di qualsiasi aspetto (quindi anche punteggiato o altro) e per solito a titolo basso. Nella tiroidite poi possono restar positivi per anni anche a distanza dall’evento e in completa remissione clinica del soggetto. Anche in soggetti anziani l’esame può risultare positivo anche in assenza di ogni patologia proprio per la comparsa di anticorpi ad ampio spettro di reazione che compare nell’anziano (ivi incluso il fattore reumatoide). Positività si può avere anche nel morbo celiaco, nel morbo di Crohn etc. Ma il relativo titolo resta sempre basso a differenza del franco Lupus.

Delle due metodologie in uso , ELISA e Immunofluorescenza o IF, quest’ultima viene ritenuta come più sensibile e attendibile, ma è necessario che il laboratorio che ha eseguito l’esame precisi la tecnica.

Un titolo basso di ANA non è sufficiente a definire la diagnosi di sospetta malattia del connettivo o connettivite (Lupus, connettivite, vasculite, sclerodermia, sindrome da anticorpi antifosfolipidi etc).

E’ indispensabile acquisire anche gli esami relativi alla ricerca degli anticorpi antiDNA, e degli antiENA (extractable nuclear antigen). La presenza di una positività di questi anticorpi indica uno specifico sottotipo di malattia ed è di grande aiuto per il medico e lo specialista sia per la identificazione del sottotipo che per seguire il decorso della malattia.